Novembre 16, 2025
La Polizia può interrogare i testimoni di un sinistro stradale
La Polizia può interrogare i testimoni di un sinistro stradale? Scopri cosa prevede la legge, come vengono raccolte le testimonianze, quali obblighi hanno i testimoni e che valore hanno le loro dichiarazioni.

Dopo un incidente stradale, la presenza di testimoni può fare la differenza tra una ricostruzione chiara dei fatti e una lunga disputa tra assicurazioni e tribunali. Ma cosa succede esattamente quando interviene la Polizia? Può davvero interrogare i testimoni presenti? E in quali casi le loro dichiarazioni assumono valore legale? Vediamo tutto quello che devi sapere su come operano le forze dell’ordine in caso di sinistro e quali diritti e doveri hanno i testimoni coinvolti.

La Polizia può interrogare i testimoni di un sinistro stradale? Ecco cosa devi sapere

Quando interviene la Polizia in un incidente

La Polizia Stradale (o, in alternativa, i Carabinieri o la Polizia Locale) interviene in caso di sinistro stradale quando:

  • ci sono feriti o vittime;

  • le parti non trovano un accordo sulla dinamica o sulle responsabilità;

  • uno dei conducenti non è in grado di fornire i documenti o appare in stato di alterazione;

  • si sospetta un reato (come fuga, guida in stato di ebbrezza o omissione di soccorso).

Quando arrivano sul posto, gli agenti mettono in sicurezza l’area, raccolgono i dati dei veicoli e dei conducenti, e soprattutto identificano i testimoni presenti.

Chi può essere considerato testimone

Può essere considerato testimone chiunque abbia assistito all’incidente o abbia elementi utili per ricostruirne la dinamica: un passante, un altro automobilista, un residente affacciato alla finestra, o persino un passeggero non coinvolto direttamente nello scontro.

Il testimone ha un ruolo importante, perché la sua versione dei fatti può:

  • confermare o smentire quanto dichiarato dai conducenti;

  • aiutare a stabilire chi ha la responsabilità del sinistro;

  • fornire elementi tecnici, come la direzione dei veicoli o il momento dell’impatto.

La Polizia può interrogare i testimoni?

Sì. Gli agenti di Polizia, Carabinieri o Polizia Locale possono interrogare e raccogliere dichiarazioni dai testimoni di un incidente. Tecnicamente, non si tratta di un “interrogatorio” nel senso giudiziario del termine, ma di una dichiarazione informale o verbale di sommarie informazioni.

Queste dichiarazioni servono a:

  • completare il verbale d’incidente;

  • documentare le versioni dei presenti;

  • fornire al magistrato o alle assicurazioni una base oggettiva per le successive valutazioni.

Il testimone viene quindi ascoltato sul posto o convocato successivamente presso il comando, e la sua testimonianza può essere riportata per iscritto nel verbale ufficiale.

Le dichiarazioni dei testimoni hanno valore legale

Le dichiarazioni rese ai poliziotti non sono semplici opinioni: hanno valore legale e possono essere utilizzate come prova documentale. Se l’incidente genera una denuncia o un procedimento penale, il testimone potrà essere convocato in Tribunale per confermare le proprie affermazioni.

È importante sapere che il testimone ha l’obbligo di dichiarare la verità. In caso di dichiarazioni false o reticenti, si può configurare il reato di falsa testimonianza (art. 372 del Codice Penale), punito con la reclusione da due a sei anni.

Il diritto di non testimoniare

Esistono però delle eccezioni: alcune persone non sono obbligate a testimoniare, o possono astenersi dal farlo.

Ad esempio:

  • i familiari stretti dei conducenti coinvolti (coniuge, genitori, figli, fratelli);

  • chi rischierebbe di autoincriminarsi fornendo la propria versione;

  • i minori di 14 anni, che non hanno piena capacità di testimoniare.

In questi casi, la Polizia può comunque ascoltare la persona come dichiarante informale, ma la sua versione non avrà lo stesso valore giuridico di una testimonianza formale.

Quando le testimonianze servono davvero

Le testimonianze sono fondamentali soprattutto quando:

  • non esistono filmati o prove video (telecamere di sorveglianza, dash cam, ecc.);

  • i conducenti forniscono versioni contrastanti;

  • il sinistro ha provocato feriti gravi o decessi;

  • le assicurazioni avviano una controversia sulla dinamica.

In questi casi, la Polizia allega le dichiarazioni dei testimoni al rapporto d’incidente, che viene poi trasmesso alla Procura della Repubblica o alle compagnie assicurative.

Come vengono raccolte le testimonianze

Gli agenti possono acquisire le dichiarazioni dei testimoni in due modi:

  1. Sul posto, immediatamente dopo l’incidente, riportando le parole nel verbale.

  2. Successivamente, convocando il testimone presso il comando per un colloquio formale.

In entrambi i casi, il testimone deve fornire i propri dati anagrafici, mostrare un documento d’identità valido e descrivere in modo preciso ciò che ha visto. Le dichiarazioni vengono poi firmate e allegate agli atti.

Puoi rifiutarti di parlare con la Polizia?

Se sei un testimone e la Polizia ti chiede di fornire informazioni su un incidente, in linea di massima non puoi rifiutarti senza motivo. Collaborare con le forze dell’ordine è un dovere civico, e la tua testimonianza può aiutare a chiarire responsabilità e tutelare le persone coinvolte. Tuttavia, come detto, se sei parente stretto di una delle parti o potresti autoaccusarti di un reato, hai il diritto di non rilasciare dichiarazioni.

Le dichiarazioni alla Polizia e l’assicurazione

Le assicurazioni danno grande importanza alle testimonianze raccolte sul luogo del sinistro. Se il testimone viene citato nel modulo di constatazione amichevole (CID) o nel verbale della Polizia, la sua versione può influire sulla decisione su chi ha torto o ragione. Tuttavia, l’assicurazione può anche convocare direttamente il testimone per confermare quanto dichiarato agli agenti. Fornire false informazioni in questa fase può configurare dichiarazione mendace e comportare conseguenze penali.

La testimonianza in Tribunale

Se la controversia sull’incidente arriva in sede giudiziaria, il testimone potrà essere citato per deporre in aula. In quel caso, non si tratta più di una semplice collaborazione con la Polizia, ma di una testimonianza formale davanti al giudice. Chi riceve la citazione ha l’obbligo di presentarsi, salvo impedimenti gravi, e di rispondere alle domande in modo veritiero e completo.

Cosa succede se non si ricorda bene

La memoria può giocare brutti scherzi, soprattutto in situazioni concitate. Se un testimone non ricorda con precisione un dettaglio o ha dubbi sulla dinamica, deve dirlo apertamente. Inventare o “aggiustare” i fatti per sembrare più credibili è molto pericoloso: anche un’omissione o una semplificazione può essere interpretata come falsa testimonianza.

La Polizia può interrogare i testimoni di un sinistro stradale? Ecco cosa devi sapere

In un sinistro stradale, la testimonianza può essere un elemento chiave per stabilire la verità. La Polizia ha piena facoltà di interrogare o ascoltare i testimoni, redigere verbali e trasmettere tutto alle autorità competenti. Chi assiste a un incidente non deve temere di collaborare, ma deve farlo con precisione, onestà e senso di responsabilità, sapendo che le proprie parole hanno un valore giuridico reale. D’altra parte, per chi subisce o causa un incidente, sapere come funziona il processo di raccolta delle prove e delle testimonianze è fondamentale per tutelarsi correttamente, sia davanti all’assicurazione sia davanti alla legge.

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