Il contratto preliminare di compravendita, conosciuto anche come compromesso, è uno dei passaggi più delicati nella compravendita immobiliare. Si tratta di un accordo in cui le parti — venditore e acquirente — si impegnano a stipulare in futuro il contratto definitivo di vendita, solitamente il rogito notarile.
A prima vista può sembrare un semplice documento preparatorio, ma in realtà ha un forte valore giuridico e comporta obblighi concreti per entrambe le parti. Proprio per questo, capire quando si perde la caparra e quando si può recedere dal contratto è fondamentale per evitare errori costosi.
Contratto Preliminare: Quando Si Perde la Caparra e Diritto di Recesso
Cos’è il contratto preliminare
Il contratto preliminare è un impegno reciproco: il venditore promette di vendere un bene, e l’acquirente promette di comprarlo a determinate condizioni (prezzo, modalità di pagamento, tempi del rogito, ecc.).
Pur non trasferendo ancora la proprietà, questo accordo vincola legalmente le parti. In caso di mancato rispetto, la parte inadempiente rischia di dover risarcire l’altra, o di perdere — o restituire il doppio — della caparra confirmatoria versata.
La caparra confirmatoria: a cosa serve
Nella maggior parte dei casi, al momento della firma del preliminare, l’acquirente versa una caparra confirmatoria, una somma di denaro a garanzia dell’impegno assunto.
Questa caparra non è solo un anticipo sul prezzo, ma ha una funzione di garanzia e di risarcimento:
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se tutto procede regolarmente, la somma viene detratta dal prezzo finale al momento del rogito;
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se l’acquirente si tira indietro senza giustificazione, perde la caparra;
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se è il venditore a non rispettare l’accordo, deve restituire il doppio della caparra ricevuta.
In pratica, la caparra serve a evitare comportamenti scorretti e a rendere più serio l’impegno preso.
Quando si perde la caparra
L’acquirente perde la caparra confirmatoria quando decide di non concludere la compravendita senza una giusta causa.
Ecco i casi tipici:
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rinuncia volontaria all’acquisto per motivi personali o economici;
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mancata presentazione al rogito notarile;
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mancato ottenimento del mutuo (se non previsto come condizione sospensiva nel contratto).
In questi casi, il venditore può trattenere la caparra come risarcimento del danno e non è tenuto a restituirla. Se invece l’inadempimento è del venditore — ad esempio, decide di non vendere più l’immobile o non si presenta al rogito — l’acquirente ha diritto a ricevere il doppio della caparra versata.
La differenza tra caparra confirmatoria e caparra penitenziale
Attenzione però: non tutte le caparre hanno lo stesso valore legale. Esiste anche la caparra penitenziale, che ha una funzione diversa.
La caparra penitenziale è prevista solo se le parti stabiliscono espressamente un diritto di recesso dal contratto.
In questo caso, chi esercita il recesso perde la caparra (se acquirente) o la restituisce doppia (se venditore), ma non si tratta di una penalità per inadempimento: è semplicemente il prezzo da pagare per esercitare il diritto di sciogliersi dal contratto.
In altre parole:
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Caparra confirmatoria → serve a garantire l’adempimento del contratto;
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Caparra penitenziale → rappresenta il costo del recesso legittimo, concordato tra le parti.
Il diritto di recesso nel contratto preliminare
Il diritto di recesso è la possibilità di liberarsi dal contratto senza subire sanzioni ulteriori, nei casi in cui ciò sia previsto. Nel contratto preliminare, il recesso è possibile solo se esplicitamente pattuito. Per esempio, le parti possono inserire una clausola che preveda che una delle due possa recedere, perdendo o restituendo la caparra penitenziale.
Senza questa clausola, il recesso unilaterale non è consentito, e chi non rispetta il contratto è considerato inadempiente.
In tal caso, l’altra parte può:
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trattenere la caparra (se è il venditore);
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chiedere la restituzione doppia (se è l’acquirente);
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oppure agire in giudizio per l’esecuzione forzata del contratto, chiedendo al giudice di obbligare la controparte a stipulare il rogito.
Quando è possibile recedere senza perdere la caparra
Ci sono situazioni particolari in cui l’acquirente può recedere senza perdere la caparra, perché non si considera inadempiente.
Ecco i casi più comuni:
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Mutuo non concesso, se nel contratto è presente una clausola sospensiva che subordina l’efficacia del preliminare all’erogazione del finanziamento.
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Difformità o abusi edilizi scoperti successivamente, che rendono l’immobile non conforme o non commerciabile.
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Inadempienza del venditore, ad esempio se non libera l’immobile o non fornisce la documentazione richiesta.
In tutte queste situazioni, l’acquirente può sciogliersi dal contratto e chiedere la restituzione della caparra o, in caso di colpa del venditore, il doppio della somma versata.
Come tutelarsi quando si firma un contratto preliminare
Il preliminare è un documento vincolante: firmarlo senza attenzione può avere conseguenze gravi.
Per tutelarsi, è consigliabile:
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far redigere il contratto da un professionista (notaio o avvocato) che specifichi chiaramente tipo di caparra e condizioni di recesso;
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inserire una clausola sospensiva per l’ottenimento del mutuo, se necessario;
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registrare il contratto all’Agenzia delle Entrate entro 20 giorni dalla firma, come previsto dalla legge;
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verificare sempre la situazione urbanistica e catastale dell’immobile prima di impegnarsi.
Una firma affrettata o una clausola ambigua può costare cara: la perdita della caparra, una causa legale o persino l’obbligo di comprare o vendere contro la propria volontà.
Contratto Preliminare: Quando Si Perde la Caparra e Diritto di Recesso
Il contratto preliminare è un impegno vero e proprio, non una semplice promessa.
Chi lo sottoscrive deve sapere che la caparra non è un anticipo qualunque, ma una garanzia che comporta precise conseguenze economiche.
Capire la differenza tra caparra confirmatoria e penitenziale, e conoscere i propri diritti di recesso, è fondamentale per affrontare la compravendita in modo consapevole e sicuro.
In caso di dubbi o situazioni complesse, affidarsi a un professionista esperto è sempre la scelta migliore per evitare spiacevoli sorprese.
