Ricevere una visita a domicilio dal proprio medico di base può essere fondamentale quando non si è in grado di recarsi in ambulatorio per motivi di salute. Tuttavia, non tutti sanno che queste visite non sono sempre gratuite, e che esistono regole precise su quando il servizio rientra nelle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e quando invece è a carico del paziente.
Vediamo nel dettaglio in quali casi la visita domiciliare è gratuita, quando può essere richiesta un’integrazione economica e come funziona la richiesta corretta secondo le norme vigenti.
Visite domiciliari del medico di base: quando sono gratuite e quando si pagano
Cosa sono le visite domiciliari del medico di base
La visita domiciliare è un intervento sanitario effettuato direttamente presso il domicilio del paziente dal proprio medico di medicina generale (MMG) o, nei casi pediatrici, dal pediatra di libera scelta.
Serve per:
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valutare lo stato di salute di un paziente non trasportabile;
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prescrivere cure, esami o ricoveri urgenti;
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monitorare patologie croniche o situazioni post-operatorie.
Non è quindi un servizio “a chiamata” come quello privato, ma una prestazione regolamentata dal Contratto Collettivo Nazionale dei Medici di Medicina Generale (ACN), che ne stabilisce tempi, modalità e compensi.
Quando la visita domiciliare è gratuita
La visita domiciliare è gratuita quando il paziente:
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non può recarsi in ambulatorio per motivi di salute documentabili, e
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la richiesta avviene nell’orario di attività del medico di base o tramite la continuità assistenziale (guardia medica) fuori orario.
In questi casi, il costo della visita è coperto dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), senza alcun ticket o rimborso aggiuntivo da parte del cittadino.
Ecco alcuni esempi concreti:
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un anziano allettato che necessita di una valutazione medica;
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un paziente con febbre alta e difficoltà a muoversi;
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una persona con disabilità che non può raggiungere lo studio;
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un malato cronico in peggioramento o appena dimesso dall’ospedale.
L’unica condizione è che la non trasportabilità sia reale e motivata: non basta dichiararsi “stanco” o “senza auto”.
Quando la visita a domicilio si paga
Il medico di base può richiedere un compenso diretto quando la visita non rientra tra le prestazioni a carico del SSN, ovvero quando:
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il paziente può recarsi in ambulatorio, ma preferisce ricevere il medico a casa per comodità;
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la visita è richiesta fuori orario di servizio (ad esempio, di notte o nei festivi, se non è urgente);
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la visita ha finalità non sanitarie, come certificati sportivi, assicurativi o di idoneità al lavoro;
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si tratta di una richiesta privata o urgente in orari non coperti dal servizio pubblico.
In questi casi, il medico può applicare una tariffa libera, stabilita secondo il tariffario nazionale o regionale, che di solito varia tra 25 e 50 euro a seconda della zona e dell’urgenza.
Tempi di intervento e urgenze
Il medico di base è tenuto a rispettare tempi precisi in base al tipo di richiesta:
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Visite urgenti: devono essere effettuate nel corso della stessa giornata in cui vengono richieste.
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Visite differibili: possono essere eseguite entro le 24 ore successive alla chiamata.
La richiesta può essere fatta telefonicamente o tramite un familiare, e deve essere motivata. Se il medico ritiene che il paziente sia trasportabile, può rifiutare la visita a domicilio e proporre l’appuntamento in ambulatorio, spiegando i motivi della decisione.
Cosa succede fuori orario: il ruolo della Guardia Medica
Se la necessità si presenta di notte, nei weekend o nei giorni festivi, il riferimento non è più il medico di base ma la Guardia Medica (oggi chiamata Continuità Assistenziale).
Anche in questo caso, la visita è gratuita, purché sussistano motivi sanitari validi e l’urgenza sia reale.
La Guardia Medica sostituisce il medico di famiglia nelle ore non coperte dal suo orario di ambulatorio, ovvero:
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dalle 20:00 alle 8:00 nei giorni feriali;
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per tutta la giornata nei festivi e prefestivi.
La prestazione è sempre gratuita, salvo casi eccezionali di richieste improprie, come:
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visite non urgenti programmate per il giorno dopo;
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richieste per motivi burocratici o non sanitari.
Il medico può rifiutare la visita a domicilio?
Sì, ma solo in determinate circostanze. Il medico può legittimamente rifiutare la visita domiciliare quando:
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ritiene che il paziente sia trasportabile senza rischi per la salute;
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la richiesta non è giustificata da motivi sanitari;
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la chiamata arriva fuori orario e non è urgente.
In questi casi, il rifiuto deve essere motivato e comunicato in modo chiaro, per evitare contestazioni.
Il paziente, in caso di disaccordo, può sempre rivolgersi:
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al Distretto Sanitario ASL di riferimento, per segnalare eventuali comportamenti scorretti;
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oppure, se l’urgenza persiste, alla Guardia Medica o al 118.
Visite domiciliari per pazienti cronici o fragili
I pazienti cronici, anziani o non autosufficienti hanno diritto a un monitoraggio sanitario continuativo a domicilio, spesso tramite programmi dedicati. In questi casi, la visita domiciliare rientra nel percorso di cura e resta completamente gratuita.
La presa in carico può prevedere:
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controlli periodici programmati;
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visite di follow-up dopo dimissione ospedaliera;
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assistenza integrata con infermieri e specialisti domiciliari.
Per attivare il servizio, è sufficiente rivolgersi al proprio medico di base, che può richiedere il supporto dell’ASL o dei servizi di assistenza domiciliare integrata (ADI).
Differenza tra visita domiciliare e assistenza privata
Va distinta la visita domiciliare del medico convenzionato con il SSN da quella di un medico privato.
Nel primo caso, la prestazione è regolata da norme pubbliche e coperta dal sistema sanitario quando ne ricorrono i presupposti. Nel secondo caso, il medico opera in regime libero-professionale e stabilisce liberamente il compenso.
Molte persone scelgono il privato per motivi di comodità o urgenza, ma in questo caso il costo è totalmente a carico del paziente e non è rimborsabile dal SSN.
Come richiedere correttamente una visita a domicilio
Per evitare ritardi o malintesi, è utile seguire alcune regole pratiche:
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Contattare il medico (o la segreteria) durante l’orario di studio, specificando il motivo e lo stato del paziente.
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Indicare se si tratta di urgenza e fornire l’indirizzo preciso.
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In caso di emergenza notturna o festiva, chiamare la Guardia Medica al numero dedicato della propria ASL.
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Evitare richieste improprie, come certificazioni o controlli non urgenti, che non rientrano tra le prestazioni gratuite.
Essere chiari nella richiesta aiuta il medico a valutare rapidamente la situazione e organizzare la visita in tempi congrui.
Casi particolari: visite a pagamento per certificati
Ci sono casi in cui la visita domiciliare, pur legittima, non rientra tra le prestazioni gratuite perché ha scopi burocratici o assicurativi.
Ad esempio:
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certificati per assicurazioni o infortuni;
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certificazioni per partecipazione a gare sportive;
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attestazioni per permessi lavorativi (non previsti dal SSN).
In queste circostanze, il medico può richiedere un compenso libero, stabilito secondo il tariffario regionale.
Visite domiciliari del medico di base: quando sono gratuite e quando si pagano
Le visite domiciliari del medico di base rappresentano un diritto importante per i cittadini che non possono spostarsi per motivi di salute. Sono gratuite quando esistono condizioni cliniche che impediscono la mobilità, oppure quando la visita è richiesta tramite il servizio pubblico (ASL o Guardia Medica) in caso di urgenza.
Diventano invece a pagamento se si tratta di richieste per comodità, fuori orario o con finalità non sanitarie.
Conoscere le regole è fondamentale per usufruire correttamente del servizio ed evitare incomprensioni con il proprio medico. La sanità pubblica garantisce assistenza a chi ne ha davvero bisogno — ma chiede, in cambio, senso di responsabilità e rispetto delle regole.
