Negli ultimi mesi, il dibattito pubblico si è acceso attorno al tema delle infrastrutture e degli investimenti pubblici, con particolare riferimento al Superbonus e al progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Molti lettori si sono chiesti perché il Superbonus, un’iniziativa di grande portata economica, sia stato approvato senza intoppi, mentre il ponte sullo Stretto ha subito un brusco stop da parte della Corte dei Conti.
Superbonus e Ponte sullo Stretto: perché il primo è stato approvato e il secondo bloccato?
Il Superbonus: un grande investimento
Il Superbonus, introdotto con il Decreto Rilancio nel 2020, ha rappresentato un intervento significativo per il settore edilizio italiano. Con un costo complessivo stimato di circa 123 miliardi di euro, il Superbonus ha avuto come obiettivo principale la riqualificazione energetica degli edifici, contribuendo a stimolare l’economia durante la pandemia. Tuttavia, il suo impatto sul bilancio pubblico è stato oggetto di critiche e analisi da parte di diverse istituzioni.
Le osservazioni della Corte dei Conti
Nelle relazioni del 2023 e del 2024, la Corte dei Conti ha evidenziato che il Superbonus ha avuto ricadute negative sul bilancio dello Stato, incrementando il disavanzo pubblico e generando frodi legate ai crediti fiscali. Queste osservazioni hanno sollevato interrogativi sulla sostenibilità del programma, nonostante i suoi effetti positivi sull’occupazione nel settore edilizio.
Il Ponte sullo Stretto: un progetto controverso
Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina, dal costo previsto di oltre 13 miliardi di euro, ha attirato sia consensi che critiche. Recentemente, la Corte dei Conti ha bloccato il progetto, negando il visto e la registrazione della delibera CIPESS che approvava i finanziamenti necessari. Ma quali sono le ragioni giuridiche di questa decisione?
Le differenze giuridiche tra Superbonus e Ponte sullo Stretto. La chiave di lettura risiede nella natura giuridica degli atti coinvolti. Il Superbonus è stato introdotto tramite un decreto legge, che ha forza di legge e non è soggetto al controllo preventivo della Corte dei Conti. Al contrario, la delibera CIPESS, che ha autorizzato il Ponte sullo Stretto, è un atto amministrativo e rientra nelle competenze della Corte dei Conti, la quale ha il dovere di effettuare un controllo preventivo di legittimità.
Il ruolo della Corte dei Conti
L’articolo 100 della Costituzione italiana attribuisce alla Corte dei Conti la responsabilità di controllare la gestione del bilancio pubblico. Questo include un controllo preventivo sugli atti del Governo non aventi forza di legge. La legge n. 20 del 1994 specifica ulteriormente le procedure per questo controllo, escludendo i decreti legge.
Le conseguenze della decisione della Corte
La decisione della Corte dei Conti di fermare il Ponte sullo Stretto non è quindi da interpretare come una critica alla necessità di infrastrutture, ma piuttosto come un’applicazione rigorosa della legge. Questo solleva interrogativi su come e perché certe misure, come il Superbonus, abbiano potuto procedere senza un controllo simile.
Superbonus e Ponte sullo Stretto: perché il primo è stato approvato e il secondo bloccato?
In sintesi, la differenza tra il Superbonus e il Ponte sullo Stretto non si basa su considerazioni politiche o ideologiche, ma su differenze giuridiche fondamentali. Mentre il Superbonus ha avuto un percorso legislativo diretto, il progetto del ponte ha dovuto affrontare il controllo rigoroso della Corte dei Conti. Questa distinzione è cruciale per comprendere le dinamiche che governano gli investimenti pubblici in Italia e l’importanza della legalità nel processo decisionale.
