Novembre 16, 2025
Preavviso di Fermo Amministrativo come impugnarlo e difendersi legalmente
Hai ricevuto un preavviso di fermo amministrativo? Scopri cosa significa, come impugnarlo, i motivi di illegittimità e le strategie legali per difenderti dal blocco del veicolo.

Ricevere un preavviso di fermo amministrativo può generare ansia e confusione, soprattutto se non si conoscono bene i propri diritti e le procedure per contestarlo. Si tratta di un atto con cui l’amministrazione (spesso l’Agenzia delle Entrate-Riscossione) comunica al cittadino l’intenzione di bloccare un veicolo per mancato pagamento di cartelle esattoriali o tributi.

Tuttavia, non sempre il fermo è legittimo: esistono casi in cui può essere impugnato o sospeso, e il contribuente può tutelarsi efficacemente. Vediamo nel dettaglio cos’è il preavviso di fermo amministrativo, quando è valido, come contestarlo e quali strumenti legali utilizzare per difendersi.

Preavviso di Fermo Amministrativo: come impugnarlo e difendersi legalmente

Cos’è il preavviso di fermo amministrativo

Il fermo amministrativo è una misura cautelare prevista dall’art. 86 del DPR 602/1973 che consente all’ente di riscossione di “bloccare” un veicolo intestato al debitore, impedendone la circolazione finché il debito non viene saldato.

Il preavviso di fermo amministrativo è una comunicazione preventiva che l’Agenzia delle Entrate-Riscossione o altro ente creditore deve inviare almeno 30 giorni prima dell’iscrizione del fermo al Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

Serve a mettere il contribuente in condizione di:

  • conoscere il debito;

  • verificarne la correttezza;

  • evitare il fermo pagando, rateizzando o impugnando l’atto.

Quando viene emesso il preavviso

Il preavviso di fermo viene inviato quando il cittadino non ha pagato una o più cartelle esattoriali relative a tributi, multe, contributi previdenziali o altre imposte.

Generalmente, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione può procedere se:

  • sono trascorsi almeno 60 giorni dalla notifica della cartella senza che il debitore abbia pagato o chiesto una rateizzazione;

  • il debito non è stato sospeso o annullato da un giudice;

  • il veicolo è intestato al debitore principale (non a un familiare o a una società).

Cosa comporta il fermo amministrativo

Una volta iscritto al PRA, il fermo amministrativo impedisce di utilizzare il veicolo. In caso di circolazione, infatti, si rischia una multa salata e il sequestro del mezzo. Inoltre, non è possibile:

  • vendere o rottamare l’auto;

  • rinnovare l’assicurazione;

  • effettuare il passaggio di proprietà.

Il fermo resta fino al pagamento del debito o alla sua sospensione da parte dell’autorità competente.

Come impugnare il preavviso di fermo amministrativo

Il preavviso di fermo non è un atto definitivo, ma può essere impugnato entro 30 giorni dalla notifica. Il tipo di ricorso e il giudice competente dipendono dalla natura del debito che ha originato il fermo.

1. Se il debito riguarda tasse o imposte

Bisogna presentare ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale, contestando l’illegittimità del fermo o la mancata notifica delle cartelle sottostanti.

2. Se il debito riguarda multe stradali

Il ricorso va presentato al Giudice di Pace, poiché si tratta di una sanzione amministrativa.

3. Se il debito riguarda contributi INPS o INAIL

La competenza è del Tribunale ordinario in funzione di giudice del lavoro.

Motivi validi per contestare il fermo

Non tutti i fermi amministrativi sono legittimi. Esistono diversi casi in cui il cittadino può far valere i propri diritti.

Mancata notifica della cartella

Se il contribuente non ha mai ricevuto la cartella esattoriale o l’avviso di pagamento, il fermo è nullo per mancanza di presupposto.

Debito prescritto

Ogni tributo ha un proprio termine di prescrizione: ad esempio, le multe si prescrivono in 5 anni, le imposte in 10. Se il debito è prescritto, il fermo può essere annullato.

Veicolo strumentale all’attività lavorativa

Il fermo non può essere applicato su veicoli utilizzati per motivi di lavoro, come quelli di artigiani, professionisti o tassisti. In questo caso è possibile chiedere l’esclusione.

Pagamento già effettuato o rateizzato

Se il contribuente ha già pagato o ottenuto una rateizzazione, il fermo è illegittimo e va revocato.

Vizi formali nel preavviso

Errori nella notifica, mancanza dei riferimenti alle cartelle o mancata indicazione del termine di impugnazione possono rendere nullo l’atto.

Come difendersi in modo efficace

Per opporsi correttamente a un preavviso di fermo, è importante agire tempestivamente e seguire alcuni passaggi chiave.

1. Verificare la documentazione

Controlla con attenzione il preavviso: devono essere indicati il numero delle cartelle, l’importo dovuto e l’ente creditore. Puoi richiedere all’Agenzia delle Entrate-Riscossione una copia integrale delle cartelle esattoriali per verificare che siano state notificate correttamente.

2. Valutare la prescrizione

Controlla le date di notifica delle cartelle: se sono trascorsi più di 5 o 10 anni (a seconda del tipo di debito), potresti eccepire la prescrizione.

3. Chiedere la sospensione del procedimento

Se presenti ricorso, puoi chiedere la sospensione cautelare del fermo, in modo che il veicolo non venga bloccato fino alla decisione del giudice.

4. Farti assistere da un professionista

Un avvocato o un consulente tributario può aiutarti a impostare la difesa corretta e a individuare eventuali vizi procedurali che rendono il fermo nullo.

Rateizzazione o annullamento: le alternative al ricorso

In alcuni casi, se il debito è effettivamente dovuto, può convenire evitare il fermo saldando o rateizzando la somma. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione consente di chiedere:

  • rateizzazione fino a 72 rate mensili (6 anni), o fino a 120 rate in casi di difficoltà economica;

  • sospensione immediata del fermo dopo il pagamento della prima rata.

Se invece ritieni che il debito sia già stato pagato o non dovuto, puoi presentare istanza di annullamento in autotutela direttamente all’ente creditore, allegando la documentazione che lo dimostra.

Cosa succede se non si paga o non si impugna

Se non si paga e non si presenta ricorso entro i termini, il fermo viene iscritto al PRA e il veicolo risulta ufficialmente bloccato. Da quel momento non si può più circolare, vendere o demolire il mezzo, fino a quando non si salda completamente il debito.

La revoca del fermo avverrà solo dopo il pagamento integrale o, in caso di rateizzazione, dopo la prima rata.

In sintesi

Il preavviso di fermo amministrativo non è un atto da ignorare:

  • segnala l’intenzione dell’amministrazione di bloccare il veicolo;

  • può essere impugnato entro 30 giorni;

  • esistono diverse cause di illegittimità che possono portare all’annullamento del fermo;

  • è sempre consigliabile verificare la notifica delle cartelle e la prescrizione dei debiti.

Agire subito è la chiave per difendersi in modo efficace e tutelare i propri diritti.

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