Quando si parla di successione e testamento, spesso si immagina una situazione in cui gli eredi devono dividersi il patrimonio lasciato da un defunto, generando possibili conflitti. Tuttavia, la legge italiana offre al testatore la possibilità di intervenire direttamente nella divisione dei beni, evitando così problematiche future. Ma come può il testatore fare la divisione dell’eredità e quali sono i limiti legali da considerare?
Il Testatore Può Fare la Divisione dell’Eredità: Regole e Limiti
La Divisione dell’Eredità da Parte del Testatore
Il testatore ha due principali modalità per dividere l’eredità: può stabilire regole vincolanti per la divisione dei beni oppure può attribuire direttamente beni specifici a ciascun erede, evitando la comunione ereditaria. Queste opzioni sono disciplinate dal Codice Civile Italiano, in particolare dagli articoli 733 e 734.
Regole di Divisione: L’Assegno Divisionale Semplice
Secondo l’articolo 733, comma 1, il testatore ha la facoltà di dettare norme specifiche per la formazione delle porzioni ereditarie. Queste regole, note come assegno divisionale semplice, sono obbligatorie per gli eredi. Al momento dell’apertura della successione, i beni entrano comunque in comunione ereditaria, ma gli eredi dovranno rispettare le indicazioni fornite dal testatore al momento di sciogliere la comunione.
Tuttavia, è importante notare che se il valore effettivo dei beni non corrisponde alle quote stabilite dal testatore, queste regole possono essere disattese. Ad esempio, se la differenza tra il valore reale e quello stabilito supera un quarto, le indicazioni del testatore non sono più vincolanti.
Divisione Attraverso un Terzo
Il testatore non è obbligato a gestire personalmente la divisione. Egli può nominare una persona di fiducia, non erede né legatario, per occuparsi della divisione secondo criteri di equità. Questo soggetto agirà come arbitratore e la sua proposta di divisione sarà vincolante, salvo che uno degli eredi non possa impugnarla per motivi validi.
La Divisione Diretta del Testatore
L’opzione più radicale è rappresentata dall’assegno divisionale qualificato, in cui il testatore assegna direttamente i beni ai singoli eredi. In questo caso, non si tratta di sciogliere una comunione, poiché la divisione avviene prima che questa si formi. Gli eredi diventano immediatamente proprietari esclusivi dei beni assegnati dal testatore.
Limiti alla Libertà di Divisione
Nonostante la libertà concessa al testatore, esistono limiti precisi. La divisione è nulla se non comprende tutti i legittimari o se non rispetta la proporzione tra i beni assegnati e le quote. In particolare, la nullità può scattare se un erede viene escluso senza che vi siano beni sufficienti a coprire la sua quota.
Implicazioni della Divisione
Quando il testatore ha già effettuato la divisione, il diritto di prelazione non si applica. Questo significa che, se un immobile è stato assegnato a due eredi, non si crea una comunione ereditaria, ma una comunione ordinaria. Inoltre, il testatore può prevedere dei conguagli in denaro per equilibrare il valore dei beni assegnati, garantendo così un trattamento equo tra gli eredi.
In conclusione, il testatore ha a disposizione strumenti legali per gestire la divisione dell’eredità, riducendo conflitti futuri tra eredi. È fondamentale, però, che queste decisioni siano prese con attenzione, rispettando i diritti di tutti i legittimari e le norme stabilite dal Codice Civile.
