
Una frase cattiva sui social, un commento velenoso in un gruppo Facebook, una recensione falsa che distrugge la tua reputazione…
In un attimo può scattare il danno: sei stato diffamato online. Ma cosa puoi fare davvero? Puoi denunciare? Hai diritto a un risarcimento? E soprattutto… la legge ti tutela o no?
Se ti trovi in questa situazione, sappi che non sei solo. Oggi la diffamazione corre veloce sui social, e spesso chi insulta pensa di poterlo fare impunemente, dietro a un nickname o una tastiera. Ma non è così. La legge italiana prevede tutele precise, e in certi casi anche conseguenze penali.
Vediamo insieme, in modo semplice e senza troppi tecnicismi, cosa fare se sei stato diffamato su internet, quali sono i tuoi diritti e come reagire nel modo giusto.
Ti Hanno Diffamato Online? Ecco Cosa Dice la Legge
Prima di tutto: cos’è la diffamazione secondo la legge?
Partiamo dalle basi. Secondo l’articolo 595 del Codice Penale, la diffamazione è l’offesa alla reputazione altrui fatta comunicando con più persone, in assenza della persona offesa. Esempio classico: Tizio scrive su Facebook che Caio è un truffatore, senza che Caio sia presente nella conversazione. Questo è diffamazione.
👉 Attenzione: non è diffamazione se sei presente e puoi rispondere. In quel caso si parla di ingiuria (che però non è più reato penale dal 2016, ma può essere oggetto di causa civile).
La diffamazione è un reato, e può avere aggravanti, ad esempio:
-
se è commessa a mezzo stampa o online,
-
se contiene accuse gravi (es. accuse infondate di reati),
-
se danneggia in modo serio la tua reputazione o la tua attività.
Diffamazione online: perché è considerata più grave?
Internet amplifica tutto. Un insulto detto tra amici ha un impatto limitato, ma un post su Facebook o una storia su Instagram possono raggiungere centinaia o migliaia di persone in pochi minuti.
Ecco perché la legge prevede una forma aggravata della diffamazione a mezzo web. È come se l’offesa fosse gridata con un megafono in una piazza affollata: più gente la vede o la legge, più è grave.
Inoltre, online resta traccia: anche se il contenuto viene rimosso, può essere stato già condiviso, salvato, indicizzato da Google… e diventa difficile rimettere tutto a posto.
Ma cosa si intende davvero per “diffamazione”? È tutto punibile?
No, non tutto è diffamazione. Ci sono dei limiti ben precisi. Per esempio, la critica è lecita, anche se è dura o scomoda. Il problema nasce quando la critica:
-
è falsa,
-
è offensiva senza fondamento,
-
non è costruttiva, ma ha solo lo scopo di denigrare,
-
attribuisce comportamenti illeciti non veri.
Esempio:
-
✖ “Questo professionista è un ladro!” → diffamazione.
-
✔ “Mi sono trovato male con il servizio, l’esperienza non è stata positiva.” → critica legittima.
La verità dei fatti, il tono usato e l’intento fanno la differenza.
Come si reagisce? I passi da fare
Se pensi di essere stato diffamato online, non agire di impulso. Prima di rispondere con la stessa moneta (che può solo peggiorare le cose), segui questi passaggi:
✅ Fai uno screenshot
Conserva prove concrete del contenuto offensivo. Fai screenshot completi della pagina, con data, nome utente, commenti e link.
✅ Denuncia il fatto
Puoi sporgere querela presso i Carabinieri, la Polizia Postale o la Procura della Repubblica. Ricorda: per la diffamazione hai tempo 3 mesi dal momento in cui hai saputo del fatto.
✅ Valuta anche il danno economico
Se la diffamazione ha danneggiato la tua attività (es. recensione falsa che fa perdere clienti), puoi anche avviare una causa civile per danni, oltre alla querela penale.
✅ Fatti assistere da un avvocato esperto in diffamazione
Non è obbligatorio, ma un avvocato diritto penale, che ti possa aiutare è fortemente consigliato. Un avvocato può aiutarti a:
-
impostare correttamente la denuncia,
-
difenderti se vieni contrattaccato,
-
valutare un risarcimento economico.
E se la diffamazione è anonima?
Qui si fa un po’ più complicato, ma non impossibile.
Se l’account che ti ha offeso è falso o anonimo, si può chiedere:
-
alla piattaforma (Facebook, Instagram, Google…) la rimozione del contenuto,
-
all’autorità giudiziaria di risalire all’identità tramite indirizzo IP (sì, anche gli “anonimi” lasciano tracce).
Serve però un’indagine e una denuncia formale: non puoi farlo da solo.
Posso far rimuovere il contenuto?
Sì. In parallelo alla denuncia, puoi:
-
Segnalare il contenuto direttamente alla piattaforma (ogni social ha la sua procedura).
-
Se non ottieni risposta, scrivere una diffida legale tramite avvocato.
-
In casi estremi, chiedere l’intervento del Garante per la Privacy o un provvedimento d’urgenza al giudice.
La rimozione è spesso il primo obiettivo per limitare i danni, soprattutto se la diffamazione ha colpito la tua immagine professionale.
Cosa rischia chi ti ha diffamato?
Chi diffama online rischia una condanna penale:
-
fino a 1 anno di reclusione o multa fino a 1.032 euro (diffamazione semplice),
-
fino a 2 anni di reclusione o multa fino a 2.065 euro (se è aggravata da internet o altri mezzi di pubblicità).
E in aggiunta, può essere condannato a risarcire i danni morali e materiali.
In conclusione
Essere diffamati online è una brutta esperienza, ma non sei senza difese. La legge italiana riconosce il diritto alla reputazione e punisce chi lo viola, anche (e soprattutto) sul web.
Se ti hanno insultato ingiustamente, calunniato o attribuito comportamenti falsi, non restare in silenzio. Raccogli le prove, denuncia, e se serve, chiedi aiuto a un legale.
Perché la libertà di parola finisce dove inizia l’offesa. E la rete non è una giungla dove tutto è concesso