Novembre 16, 2025
il credito imposta non e ereditabile
Il credito d’imposta prima casa è ereditabile? Scopri cosa dice la legge, cosa accade in caso di decesso del titolare e come gestire l’agevolazione non utilizzata.

Il bonus prima casa è tra le agevolazioni fiscali più conosciute e utilizzate in Italia, pensata per favorire chi acquista la sua abitazione principale. Tra i benefici previsti, uno dei più importanti è il credito d’imposta prima casa, riconosciuto a chi vende un immobile acquistato con i benefici e ne compra un altro, sempre come abitazione principale, entro un anno.

Ma cosa succede a questo credito se la persona che ne ha diritto muore prima di utilizzarlo del tutto? È una domanda più comune di quanto sembri, perché molti si trovano a dover gestire pratiche di successione in cui è presente un credito non ancora fruito. In questa guida vediamo in modo chiaro e completo se il credito d’imposta prima casa è ereditabile, cosa prevede la legge e come comportarsi in caso di decesso del titolare.

Bonus Prima Casa: Il Credito d’Imposta è Ereditarlo?

Cos’è il credito d’imposta prima casa

Prima di entrare nel merito dell’ereditabilità, è utile ricordare in cosa consiste questo beneficio.  Il credito d’imposta prima casa nasce con l’articolo 7 della Legge n. 448 del 1998 e permette a chi:

  • ha acquistato un’abitazione con le agevolazioni “prima casa”;

  • l’ha poi venduta;

  • e entro un anno ne acquista un’altra con gli stessi requisiti;

di ottenere un credito pari all’imposta di registro o all’IVA pagata sul primo immobile, fino a concorrenza dell’imposta dovuta per il secondo.

Questo credito può essere utilizzato per:

  • ridurre l’imposta di registro o l’IVA sul nuovo acquisto;

  • compensare altre imposte o tributi tramite modello F24;

  • ridurre le imposte sui redditi nella dichiarazione annuale.

È quindi un beneficio personale e diretto, strettamente collegato alla figura del contribuente che ha effettuato l’operazione immobiliare.

Cosa accade in caso di decesso del titolare del credito

Il punto centrale della questione è: il credito d’imposta prima casa si trasferisce agli eredi?

La risposta, secondo la normativa e la prassi dell’Agenzia delle Entrate, è no. Il credito d’imposta non è ereditabile, perché ha natura personale e soggettiva, cioè può essere utilizzato solo dal contribuente che ha effettuato le operazioni che ne hanno determinato la nascita.

L’articolo 7, comma 1, della Legge n. 448/1998 specifica infatti che il credito “spetta al contribuente” e non prevede alcuna possibilità di trasferimento, né inter vivos (cioè tra vivi), né mortis causa (in caso di decesso).

In altre parole, se la persona beneficiaria del credito d’imposta muore prima di utilizzarlo completamente, la parte residua si estingue e non entra a far parte del patrimonio ereditario.

Perché il credito non si trasmette agli eredi

La ragione è da ricercare nella natura del credito stesso. Non si tratta di una somma di denaro disponibile, ma di un vantaggio fiscale strettamente collegato a una situazione personale: l’acquisto e la vendita della prima casa da parte del contribuente.

Il credito, quindi:

  • non può essere ceduto o trasferito ad altri;

  • non può essere richiesto come rimborso in denaro;

  • e non entra nella successione ereditaria come un bene o un diritto patrimoniale.

È un beneficio che “vive e muore” con il soggetto che lo ha maturato.

Cosa accade se l’erede subentra nell’immobile

Una situazione che genera confusione è quando un erede eredita l’immobile sul quale il defunto aveva maturato il credito d’imposta. In questo caso, è bene chiarire:

  • l’erede subentra nella proprietà dell’immobile;

  • ma non nel credito fiscale legato all’operazione.

Nemmeno se l’erede decide di vendere l’immobile e acquistare un’altra abitazione come “prima casa” potrà utilizzare il credito maturato dal defunto. Potrà, tuttavia, maturarne uno nuovo, se rispetta i requisiti previsti per l’agevolazione.

Caso pratico: un esempio concreto

Immaginiamo che Mario Rossi abbia acquistato nel 2019 una prima casa con i benefici fiscali, pagandoci sopra 3.000 euro di imposta di registro. Nel 2022 la vende e, entro un anno, ne compra un’altra usufruendo del credito d’imposta di pari importo (3.000 euro).

Mario però utilizza solo una parte del credito — diciamo 1.000 euro — e muore prima di poter compensare i restanti 2.000.

In questo caso:

  • il credito residuo non viene trasmesso agli eredi;

  • non può essere richiesto come rimborso in denaro;

  • e si considera estinto con il decesso del titolare.

Gli eredi non potranno quindi utilizzarlo, nemmeno se presentano la dichiarazione dei redditi per conto del defunto.

Cosa succede se il decesso avviene prima dell’utilizzo

Se il decesso del titolare avviene prima ancora di utilizzare il credito, la situazione non cambia: il beneficio rimane intrasferibile.

Nemmeno se l’erede è il coniuge o un familiare convivente con il defunto può subentrare nell’agevolazione. Questo principio è stato più volte ribadito anche dall’Agenzia delle Entrate (tra cui, la Circolare n. 19/E del 1° marzo 2001 e successive risposte a interpelli).

L’unica eccezione riguarda casi in cui il credito sia già stato parzialmente utilizzato in compensazione prima del decesso: in quel caso, la parte già fruita resta valida, ma non è recuperabile la parte residua.

Differenza tra credito d’imposta e detrazione

Spesso il credito d’imposta prima casa viene confuso con le detrazioni fiscali (come quelle per ristrutturazioni o risparmio energetico), ma sono due meccanismi molto diversi anche per quanto riguarda la trasmissibilità.

  • Le detrazioni fiscali (ad esempio, il bonus ristrutturazioni 50%) possono essere trasferite agli eredi se questi mantengono la detenzione dell’immobile.

  • Il credito d’imposta prima casa, invece, non è legato all’immobile, ma al soggetto che effettua le operazioni di acquisto e vendita.

Ecco perché, diversamente dalle detrazioni, non può essere ereditato.

Consigli utili per chi ha maturato il credito

Se hai diritto al credito d’imposta prima casa, è importante:

  1. Usarlo il prima possibile, per non rischiare di perderlo in caso di decesso o impossibilità futura di utilizzo.

  2. Conservarne la documentazione (atti di vendita e di acquisto, calcolo del credito) per eventuali controlli.

  3. Valutare con un consulente fiscale se compensarlo subito tramite modello F24 o indicarlo nella dichiarazione dei redditi per ridurre imposte dovute.

  4. Ricordare che non può essere ceduto, venduto o trasferito a terzi in nessun modo.

In sintesi

Il credito d’imposta prima casa non è ereditabile. Si tratta di un beneficio fiscale personale, che spetta esclusivamente al contribuente che ha realizzato la vendita e il nuovo acquisto entro i termini previsti.

Alla morte del titolare, il credito residuo si estingue e non può essere né trasferito né compensato dagli eredi. Chi eredita l’immobile, però, potrà usufruire delle agevolazioni prima casa in futuro per proprie operazioni immobiliari, maturando un nuovo credito.

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