Novembre 10, 2025
Separazione e Conto Cointestato Rischi e Regole Legali
Scopri cosa succede a un conto cointestato dopo la separazione: rischi, diritti, regole legali e come tutelarsi per evitare prelievi indebiti.

Quando una coppia si separa, le questioni economiche diventano spesso il terreno più delicato da gestire. Oltre alla casa, ai beni mobili e agli investimenti, uno dei nodi più critici riguarda il conto corrente cointestato. Questo strumento, molto comodo durante la convivenza o il matrimonio, può trasformarsi in un serio problema quando la relazione finisce. Ma cosa succede in questi casi? Chi può prelevare? E come si può tutelare il proprio denaro? Vediamolo insieme in questa guida completa e chiara.

Separazione e Conto Cointestato: Rischi e Regole Legali

Cos’è un conto cointestato e come funziona

Un conto cointestato è un conto bancario intestato a due (o più) persone. Nel caso dei coniugi, è spesso utilizzato per gestire spese comuni come mutuo, bollette, spesa o viaggi.

Esistono due tipi di conti cointestati:

  • Conto a firma disgiunta: entrambi i titolari possono operare liberamente, prelevando o versando denaro senza il consenso dell’altro.

  • Conto a firma congiunta: per qualsiasi operazione servono le firme di entrambi, quindi nessuno può muovere i soldi senza l’accordo dell’altro.

Durante il matrimonio o la convivenza, il conto a firma disgiunta è comodo. Ma al momento della separazione, può diventare fonte di forti tensioni e rischi concreti.

Cosa succede al conto cointestato dopo la separazione

La separazione personale non chiude automaticamente il conto cointestato. Finché entrambi i nomi restano indicati come titolari, ciascuno conserva i propri diritti sul saldo disponibile. Tuttavia, la situazione cambia sotto il profilo pratico e legale.

In linea generale, si applicano le seguenti regole:

  • I fondi si presumono di proprietà al 50% per ciascun intestatario, salvo prova contraria.

  • Entrambi restano solidalmente responsabili verso la banca per eventuali scoperti o debiti.

  • Ogni operazione effettuata da uno dei due è valida, finché non viene disposta la sospensione delle operazioni o la revoca della firma disgiunta.

Per questo motivo, è importante agire tempestivamente per evitare abusi o prelievi ingiustificati.

Rischi principali di un conto cointestato dopo la separazione

Uno dei problemi più frequenti si verifica quando uno dei due ex coniugi preleva tutto il denaro presente sul conto subito dopo la separazione. Dal punto di vista tecnico, se il conto è a firma disgiunta, l’operazione è possibile. Tuttavia, ciò non significa che sia legittima. Il prelievo di somme che non appartengono interamente a chi le ha ritirate può configurare una violazione dei diritti patrimoniali dell’altro e, in alcuni casi, anche un illecito civile o penale (come appropriazione indebita).

Un altro rischio comune è la gestione di accrediti successivi alla separazione. Per esempio, lo stipendio o la pensione di un ex coniuge che continua ad arrivare sul conto cointestato rischia di essere utilizzato impropriamente dall’altro. Anche in questo caso, è consigliabile spostare subito gli accrediti su un conto personale.

Come tutelarsi in caso di separazione

Per evitare problemi, è bene agire subito non appena inizia la separazione.

Le mosse più importanti da fare sono:

  • Comunicare alla banca la separazione e chiedere la revoca della firma disgiunta, in modo che tutte le operazioni richiedano l’autorizzazione di entrambi.

  • Aprire un nuovo conto personale e trasferire lì stipendio, pensione e pagamenti abituali.

  • Richiedere la divisione del saldo, se si tratta di denaro comune, oppure documentare la provenienza delle somme, se di esclusiva proprietà di uno dei due.

Se l’altro coniuge ha già prelevato somme senza consenso, è possibile agire legalmente tramite il proprio avvocato per chiedere la restituzione delle somme indebitamente sottratte.

Chi ha diritto ai soldi sul conto cointestato

La regola generale stabilisce che, salvo prova contraria, il denaro presente sul conto appartiene per metà a ciascun intestatario. Tuttavia, esistono eccezioni.

Se un coniuge riesce a dimostrare che le somme derivano esclusivamente dal proprio lavoro o da entrate personali (per esempio, un’eredità o una donazione), può chiedere la restituzione della parte che gli spetta integralmente.

In questi casi, il giudice valuta la provenienza del denaro e le circostanze del versamento per stabilire la reale proprietà delle somme.

Il ruolo della banca

La banca, in presenza di una separazione, non può decidere di chiudere unilateralmente il conto, ma può adottare alcune precauzioni.

Su richiesta di uno dei titolari, può:

  • sospendere temporaneamente le operazioni;

  • bloccare i movimenti in uscita finché non ci sia accordo tra le parti;

  • trasformare il conto da “a firma disgiunta” a “a firma congiunta”.

La banca deve comunque agire in modo neutrale e non può favorire uno dei due, a meno che non vi sia un provvedimento giudiziario che stabilisca diversamente.

Separazione giudiziale e conti correnti

Nei casi di separazione giudiziale, il giudice può affrontare anche il tema dei conti cointestati, soprattutto se uno dei coniugi denuncia prelievi non autorizzati o la sottrazione di somme.

In questi casi, può ordinare la ricostituzione del saldo o la restituzione delle somme prelevate indebitamente, anche disponendo il sequestro del conto se necessario per tutelare il coniuge danneggiato.

Separazione e Conto Cointestato: Rischi e Regole Legali

Il conto cointestato, da strumento di fiducia e praticità, può trasformarsi in una vera trappola durante una separazione. La chiave è agire tempestivamente: avvisare la banca, aprire un conto personale e documentare tutto. Così si evitano contenziosi e si protegge il proprio patrimonio.

In caso di conflitto, rivolgersi subito a un avvocato è la scelta più saggia per evitare errori che possono costare caro, sia economicamente che legalmente.

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