Le barriere architettoniche rappresentano un serio ostacolo per molte persone con difficoltà motorie. Questi impedimenti, come scalini, porte strette e l’assenza di ascensori, limitano la loro libertà di movimento e, in molti casi, precludono l’accesso alle proprie abitazioni. Per le persone diversamente abili che vivono in condomini, è fondamentale comprendere quali siano gli obblighi del condominio in materia di abbattimento di tali barriere.
Barriere Architettoniche e Obblighi del Condominio: Guida Completa
Cosa Sono le Barriere Architettoniche? Le barriere architettoniche sono ostacoli fisici che rendono difficile l’accesso agli edifici per chi ha difficoltà motorie, sensoriali o temporanee. Esempi comuni includono:
- Scale all’ingresso senza rampe di accesso
- Ascensori inadeguati o assenti
- Porte e corridoi inaccessibili
- Marciapiedi rialzati senza rampe
Normativa sulle Barriere Architettoniche
La Legge n. 13/1989 è fondamentale per garantire l’accessibilità negli edifici residenziali in Italia. Essa estende la protezione non solo ai portatori di handicap, ma anche a chiunque affronti disagi fisici temporanei. La legge è stata successivamente ampliata dalla Legge n. 67/2006, che ha introdotto la tutela giurisdizionale contro la discriminazione indiretta.
Il Ruolo del Condominio
Secondo l’art. 1120 del Codice Civile, l’assemblea condominiale può deliberare l’abbattimento delle barriere architettoniche con una maggioranza qualificata. In caso di mancato consenso, l’art. 1102 consente a un condomino di procedere autonomamente con i lavori necessari per l’accessibilità, a proprie spese.
Obblighi Specifici del Condominio
Delibera sull’Abbattimento delle Barriere
Il condominio ha l’obbligo di deliberare sull’abbattimento delle barriere architettoniche. La maggioranza necessaria per approvare interventi come l’installazione di rampe o ascensori è costituita dalla maggioranza dei presenti che rappresentano almeno il 50% del valore dell’edificio.
Iniziativa del Singolo Condòmino
Se l’assemblea non approva i lavori, il condomino disabile può intraprendere azioni autonome. Ad esempio, può installare una pedana o realizzare una rampa di accesso, a condizione che non danneggi le parti comuni.
Evita Discriminazioni Indirette
La Legge n. 67/2006 vieta la discriminazione indiretta. Qualsiasi regola che, pur apparendo neutra, pone una persona disabile in svantaggio, può configurare una violazione. Recentemente, la Corte di Cassazione ha condannato un condominio per non aver rimosso barriere architettoniche, ritenendo che ciò violasse i diritti fondamentali del disabile.
Obbligo di Rispondere alle Richieste
Il condominio ha un dovere giuridico di esaminare le richieste di abbattimento delle barriere. Ignorare queste richieste o rifiutare senza giustificazione può costituire discriminazione. È importante che le richieste vengano valutate seriamente e che vengano proposte soluzioni alternative quando possibile.
Possibilità di Azione Legale
In caso di mancata collaborazione da parte del condominio, una persona con disabilità può intraprendere azioni legali. Può chiedere al giudice un provvedimento d’urgenza per l’autorizzazione all’intervento o agire per discriminazione ai sensi della legge 67/2006. Inoltre, è possibile richiedere un risarcimento danni per lesione del diritto all’uguaglianza e alla vita sociale.
Conclusione: L’Accessibilità è un Diritto
L’abbattimento delle barriere architettoniche non è solo una questione di civiltà, ma un obbligo giuridico. Il condominio deve garantire l’accessibilità attraverso delibere favorevoli, non ostacolare le iniziative dei singoli disabili e rispondere adeguatamente alle richieste. Un edificio accessibile è un diritto che spetta a tutti, ed è responsabilità collettiva garantirlo.
