All’interno di una società possono coesistere diverse tipologie di soci, ognuno con un ruolo specifico. Tra questi, troviamo il socio attivo, che contribuisce direttamente al lavoro, e il socio di capitale, che investe risorse senza partecipare alla gestione quotidiana. Questa diversità di ruoli porta a una domanda cruciale: come si dividono gli utili se un socio non lavora? In questo articolo, esploreremo le regole e i principi che governano la ripartizione degli utili in base al tipo di società e al contratto sociale.
Divisione degli Utili in Società: Cosa Succede se un Socio Non Lavora?
Il Diritto agli Utili: Origine e Fondamenti
Il diritto a percepire gli utili è basato principalmente sulla qualità di socio e sul conferimento effettuato. Quando un individuo investe in un’impresa, acquisisce una partecipazione che gli consente di ottenere una parte dei risultati economici, indipendentemente dall’impegno lavorativo. Questo significa che anche un socio che non opera attivamente nell’azienda ha il diritto di ricevere utili, riconosciuti come redditi da capitale. Questa distinzione è importante non solo per la ripartizione, ma anche per le implicazioni fiscali.
Il socio di capitale, pur non intervenendo nella gestione dell’azienda, contribuisce al rischio d’impresa attraverso il capitale investito. La legge italiana riconosce questo diritto, garantendo che anche i soci non lavoratori abbiano accesso alla divisione degli utili. Gli utili percepiti da questi soci vengono considerati redditi da capitale, una categoria distinta dai redditi d’impresa legati all’attività lavorativa.
Divisione degli Utili nelle Srl e SpA
Nei contesti delle società di capitali, come le Srl e le SpA, la divisione degli utili segue un principio capitalistico: gli utili sono distribuiti in base alla partecipazione di ciascun socio. La norma prevede che, in assenza di disposizioni particolari nel contratto, il diritto agli utili sia proporzionale alla quota di capitale posseduta.
Regole Generali per le Srl
Secondo l’articolo 2468 del Codice Civile, ogni socio ha diritto agli utili in proporzione alla partecipazione detenuta. Ad esempio, un socio con il 30% del capitale sociale avrà diritto al 30% degli utili distribuiti. Tuttavia, è possibile che il contratto sociale stabilisca diritti particolari, consentendo così una ripartizione non proporzionale.
Divisione degli Utili nelle SpA
Nelle SpA, il diritto di ricevere dividendi è determinato dal numero di azioni possedute. Anche in questo caso, gli statuti possono prevedere eccezioni che consentono la creazione di diritti particolari per alcuni soci.
Regole per le Società di Persone
Le società di persone, come S.n.c. e S.a.s., hanno una struttura più flessibile rispetto alle società di capitali. Qui, l’elemento personale e le decisioni dei soci sono predominanti. L’articolo 2263 del Codice Civile stabilisce che la divisione degli utili debba avvenire secondo quanto previsto nel contratto sociale, permettendo ai soci di stabilire quote non proporzionali.
Norme di Base e Presunzioni Legali
Se nel contratto non è specificato nulla, la legge presuppone che la partecipazione agli utili sia proporzionale ai conferimenti. Se nessun valore è stato determinato, le quote si considerano uguali. In caso di soci d’opera, il giudice deciderà la quota secondo equità, se non è stata stabilita nel contratto.
Il Divieto del Patto Leonino
È importante notare che è vietato escludere completamente un socio dalla partecipazione agli utili, come stabilito dall’articolo 2265 del Codice Civile. Questo divieto, noto come patto leonino, assicura che anche i soci non lavoratori non possano essere totalmente esclusi dalla ripartizione degli utili.
Quando si Può Incassare l’Utile?
Un aspetto cruciale da considerare è il momento in cui un socio può effettivamente incassare il suo utile. Il diritto a ricevere la quota di utili non è automatico al termine dell’anno fiscale. Infatti, è necessario che vengano compiuti due passaggi formali: l’approvazione del bilancio e la delibera di distribuzione da parte dell’assemblea dei soci.
Approvazione del Bilancio e Delibera di Distribuzione
Il bilancio deve attestare l’esistenza di un utile realmente conseguito. Solo dopo che l’assemblea dei soci ha deliberato la distribuzione, il socio ha un credito esigibile. Prima di questa delibera, il socio ha solo una mera aspettativa. Inoltre, l’assemblea ha la discrezionalità di decidere di non distribuire gli utili, optando invece per reinvestimenti o riserve.
Acconti e Rischi
Qualsiasi prelievo effettuato dai soci durante l’anno, prima dell’approvazione del bilancio, è considerato un semplice acconto, soggetto a restituzione se l’esercizio dovesse chiudersi in perdita. Questo aspetto evidenzia l’importanza di una gestione prudente delle finanze aziendali.
Conclusione: Diritti e Doveri dei Soci
In conclusione, la divisione degli utili all’interno di una società è un tema complesso che richiede attenzione ai dettagli e una chiara comprensione delle norme vigenti. La legge italiana stabilisce che il diritto agli utili non è legato all’attività lavorativa, ma alla qualità di socio e al conferimento effettuato. In ogni caso, è fondamentale che i soci chiariscano nel contratto sociale le modalità di distribuzione, per evitare conflitti futuri e garantire una gestione trasparente e equa degli utili.
