Dal 2026 la tassa di soggiorno subirà un aumento significativo in molte città italiane. La notizia non sorprenderà chi viaggia spesso, ma per i turisti — italiani e stranieri — potrebbe tradursi in un costo aggiuntivo non trascurabile.
Vediamo insieme quali sono le novità previste, le motivazioni dell’aumento e come cambieranno le tariffe nei principali centri turistici italiani.
Tassa di Soggiorno Aumentata dal 2026: Cosa Cambia per i Turisti
Perché aumenta la tassa di soggiorno
L’aumento della tassa di soggiorno rientra in un piano di revisione della fiscalità locale, volto a garantire maggiori entrate ai Comuni con forte afflusso turistico. Negli ultimi anni, il turismo in Italia è cresciuto rapidamente, soprattutto nelle grandi città e nelle località balneari. I Comuni lamentano però l’aumento dei costi di gestione legati a sicurezza, pulizia urbana, trasporti e manutenzione.
La tassa, introdotta inizialmente per coprire questi servizi, oggi rappresenta una delle principali fonti di finanziamento per le amministrazioni comunali. Con la riforma in arrivo nel 2026, una parte del gettito verrà trattenuta dallo Stato, mentre i Comuni potranno aumentare l’imposta per mantenere invariati i propri introiti.
In sostanza, l’obiettivo ufficiale è garantire più risorse per migliorare i servizi turistici, ma l’effetto concreto per i viaggiatori sarà un aumento medio del costo di soggiorno.
Quanto aumenterà la tassa di soggiorno
Ad oggi la tassa di soggiorno varia da città a città, ma con la riforma del 2026 si prevede un rialzo generalizzato dei tetti massimi. Il nuovo limite dovrebbe arrivare fino a 7 euro per notte a persona nei Comuni standard e fino a 12 o 15 euro nelle città d’arte o nelle località che ospitano grandi eventi.
In pratica, chi soggiornerà a Roma, Venezia, Firenze o Milano potrà trovarsi a pagare fino al doppio rispetto alle tariffe attuali. Per le località minori, invece, gli aumenti saranno più contenuti, ma il rincaro sarà comunque sensibile.
Questo cambiamento potrebbe sembrare minimo su una singola notte, ma per una famiglia di quattro persone che trascorre una settimana di vacanza in una città d’arte, la tassa potrà incidere per diverse decine di euro in più rispetto a oggi.
Le conseguenze per i turisti
L’aumento della tassa di soggiorno influenzerà in modo diverso i vari tipi di viaggiatori. Per chi viaggia spesso per lavoro o si muove nelle grandi città, l’impatto sarà più evidente, perché l’imposta viene applicata per ogni notte di permanenza. Per i turisti che scelgono vacanze brevi o destinazioni meno conosciute, la differenza sarà meno significativa, anche se i rincari toccheranno comunque gran parte delle mete italiane.
Le strutture ricettive — hotel, B&B, agriturismi e appartamenti turistici — dovranno aggiornare i propri listini e comunicare in modo trasparente l’importo della tassa, che dovrà essere indicato chiaramente al momento della prenotazione.
È quindi consigliabile verificare sempre se la tassa è già inclusa nel prezzo o se verrà richiesta al check-in o al check-out.
Dove aumenterà di più
Gli aumenti più rilevanti si registreranno nelle città con alta pressione turistica. Venezia, Roma, Firenze e Milano sono le località più esposte, ma anche le isole — come Capri, Ischia e la Sardegna — potrebbero introdurre tariffe più alte nei mesi estivi.
In alcune città, la tassa potrà essere modulata in base alla stagione: più alta nei periodi di punta, più bassa in bassa stagione. L’obiettivo è favorire un turismo più distribuito durante l’anno e scoraggiare i picchi di affluenza che rendono difficile la gestione dei flussi turistici.
Esenzioni e riduzioni
Non tutti i turisti pagheranno l’aumento della stessa maniera. Molti Comuni continueranno a prevedere riduzioni o esenzioni per alcune categorie, come i bambini sotto i 12 anni, le persone con disabilità, gli accompagnatori turistici e chi soggiorna per motivi sanitari o di studio.
Anche i soggiorni lunghi — di solito oltre i 10 giorni — potrebbero beneficiare di tariffe agevolate o di un limite massimo di notti su cui si applica la tassa.
Critiche e preoccupazioni
Non mancano le polemiche. Gli operatori del settore turistico temono che l’aumento della tassa possa rendere l’Italia meno competitiva rispetto ad altri Paesi europei, dove i costi di soggiorno sono già inferiori.
Alcune associazioni di categoria sottolineano inoltre che, in molti casi, i Comuni non hanno utilizzato in modo trasparente le risorse raccolte tramite la tassa di soggiorno, rendendo difficile giustificare nuovi aumenti ai visitatori.
Dall’altro lato, diversi amministratori locali sostengono che il rincaro è necessario per garantire servizi migliori ai turisti, come pulizia, trasporto pubblico, sicurezza e manutenzione dei siti culturali.
In altre parole, la tassa dovrebbe essere vista non come una penalità, ma come un contributo alla qualità dell’esperienza turistica.
Come risparmiare nonostante l’aumento
Ci sono comunque alcuni accorgimenti che possono aiutare a ridurre l’impatto del rincaro. Prenotare in bassa stagione o scegliere località meno affollate resta il modo più semplice per risparmiare.
Anche optare per strutture extralberghiere — come agriturismi o piccoli B&B — può permettere di pagare importi inferiori, dato che la tassa è spesso proporzionata alla categoria della struttura.
Un’altra strategia è verificare le tariffe dei Comuni vicini: a volte basta soggiornare appena fuori dal centro storico per ridurre sensibilmente il costo complessivo del viaggio.
Cosa aspettarsi dal 2026
A partire dal 2026, la tassa di soggiorno diventerà una voce fissa e più pesante nel budget delle vacanze. Chi viaggia dovrà considerarla al pari di una tassa aeroportuale o di una commissione di servizio.
Le città turistiche, dal canto loro, dovranno dimostrare che gli aumenti si traducono in un reale miglioramento dei servizi offerti, per evitare di trasformare la tassa in un semplice balzello.
Per i viaggiatori più attenti, il consiglio è di informarsi sempre in anticipo: conoscere le tariffe in vigore nel Comune di destinazione può evitare spiacevoli sorprese al momento del pagamento.
Tassa di Soggiorno Aumentata dal 2026: Cosa Cambia per i Turisti
Dal 2026 la tassa di soggiorno cambierà volto e diventerà più onerosa, ma potenzialmente anche più utile, se le entrate verranno davvero reinvestite in servizi turistici. Per i turisti, questo significa pianificare con maggiore attenzione e valutare destinazioni, periodi e tipologie di alloggio in base al costo finale. Il turismo italiano resta una delle esperienze più apprezzate al mondo, ma con l’aumento della tassa sarà fondamentale viaggiare in modo consapevole e informato.
